Predicatori...
Oggi, che farsene di questi predicatori delle cose di Dio
che, ovunque, dalle piazze alle chiese, dalle strade alle
riviste, cercano di farci capire cos’è l’amore?
Tanti, troppi forse, ci dicono che l’amore è... questo o
quello, che amare significa così e così...
Discorrono per noi e predicano a noi questa realtà, non
ricordandosi che essa è impossibile da rendere un concetto
definito, un’idea. Hanno ridotto, spesso, l’amore a una
opinione, a un’idea, a un bel discorso, che noi tutti possiamo
comprendere, fino in fondo; e alla fine diciamo: a che
serve, nella vita?
Non mi coinvolge... Oltre a dire: sì, un bell’argomentare,
sono d’accordo con te su quello che stai dicendo, poi
però non resta più nulla.
Che mi testimonia il predicatore dell’amore di oggi?
Spesso, a quanto pare, solo delle parole astratte, che
mai vengono poste in considerazione nella vita.
Maestri, tanti si dicono; testimoni, pochi lo sono.
E tutti noi, che ormai siamo abituati a cadere in questa
trappola di morte, ascoltando il discorso sull’amore, senza
mai sperimentare ciò che esso è in noi... Ascoltiamo; poi,
tutto come prima, secondo ciò che noi pensiamo e viviamo,
con i nostri schemi di vita che di amore non hanno
altro che la facciata, non la vita. L’amore è stato reso
ormai un discorso al quale ci siamo abituati, al quale
anche i predicatori del nostro tempo si sono abituati: parlare
di amore, di qua e di là, in lungo e in largo, senza mai
toccare l’esperienza di esso; definito, non più vissuto.
Le parole dette dai predicatori di oggi, non portano più
amore. Parlano, discorrono, delucidano, spiegano... Ma non
fanno gustare e sentire ciò che l’amore è. Nel nome dell’amore,
l’amore stesso viene trascurato e oscurato.
Mentre si parla di esso, invece di dare la possibilità di
viverlo come esperienza, lo si nasconde nelle stesse parole,
che sono divenute le realtà più importanti; dimenticando
che l’amore, proprio al di là delle parole e delle definizioni,
appare come il vivente. Predicatori dell’amore, non
più testimoni di esso. Destinati al fallimento, perché il
discorso vola sulle teste, in alto, lasciando ogni ascoltatore
sempre più convinto di ciò che egli, soggettivamente,
sta vivendo come “amore”, come la realtà più vera.
Predicatori che con la parola nascondono la realtà che
sta al di là e oltre essa: l’amore; invece che rivelarlo come
quella realtà che sta al di là di ogni parlare.
Predicatori dei discorsi e delle parole che muoiono,
delle idee... Non della realtà viva ed eterna. Predicatori
che vogliono far capire che la parola dell’amore è un parlare,
mentre non riescono ancora, essi stessi, a vivere la
parola come un par lare del silenzio, il silenzio dell’amore,
che trionfa su ogni parola.