DEFINIRE...

 

Definire l’amore con l’indefinibile...

Possiamo definire l’amore? No, l’amore è indefinibile,

come definizione. Lo possiamo raggiungere e toccare,

senza mai poter lo trattenere, definendolo con una realtà

indefinibile. È quello che fa San Giovanni, quando, nella

sua testimonianza, ci annuncia: Dio è amore.

L’abbiamo definito, l’amore?

No; l’abbiamo solo toccato.

È ancora lui, Giovanni, che, come testimone, afferma:

“Ciò che noi abbiamo veduto, ciò che le nostre mani

hanno toccato, lo annunciamo a voi”. L’incontro con l’indefinibile,

con l’amore, con Dio, è possibile, non come

una definizione, non come un momento finito, ma che si

apre alla testimonianza. Giovanni, annunciando l’indefinito

che egli in sé sperimenta, pur avendolo toccato, come

l’intoccabile e pur avendolo veduto, come l’invisibile,

dice che Dio è amore... Già, ma che cos’è l’amore? Già,

ma che cos’è Dio?

Né uno, né l’altro, vengono definiti... Solo toccati,

attraverso la disponibilità ad essi, perché siano comunicati.

E in questa comunicazione della testimonianza, nasce la

comunione: “...Affinché voi siate in comunione con noi”.

Attraverso la testimonianza dell’esperienza che è legata

al fatto di aver toccato e sperimentato, l’esperienza si

allarga e si rende infinita nella testimonianza della comunione

con gli altri, del comunicare cioè una realtà che, al

di là di chi ha veduto e toccato, fa comunione tra tutti:

l’amore. A Giovanni non interessa tanto il comunicare la

sua esperienza: di aver veduto, toccato... Ma che, attraverso

questa occasione, si ripete, anche ora, in chi ascolta la

sua testimonianza, il prodigio opera to dall’amore: la

comunione. A Giovanni non interessa tanto il comunicare

CHE c’è stata una esperienza, ma il PERCHÉ ce n’è ora

un’altra, più profonda: la comunione. Egli ci comunica la

sua esperienza: “...Perché siate in comunione”, sottolineando

così che la forza della comunione è la testimonianza

dell’amore. Non è Giovanni che fa comunione, ma, attraverso

di lui e con la sua testimonianza, ognuno degli ascoltatori

di quella sua esperienza, ne scopre un’altra più profonda,

che supera pure il testimone: l’amore. Il perché della

comunione è l’amore. Perché cresca la comunione, per

poter quindi scoprire la realtà dell’amore, di cui siamo sempre

in ricerca, occorre che ognuno di noi, come Giovanni,

renda la propria esperienza una testimonianza.

Dalla finitezza dell’esperienza, quale può essere toccare,

vedere... si giunge così alla realtà infinita ed eterna che

la testimonianza che parte dall’esperienza stessa ci comunica:

l’amore.