Amore e Legge
II primo e più grande dei comandamenti è l’amore.
Esso dà il senso a tutto ciò che regola, a tutto ciò che è
Legge e che viene posto come guida; l’amore regola ogni
regola, guida ogni guida. Senza di esso, ogni legge si
svuota del senso e della vita, riducendosi nel proprio valore
e nel proprio significato.
È ciò che spesso si constata nella vita di oggi. Dove
sono finiti i valori, il rispetto per le regole? Dove sono le
leggi? Le norme, hanno ancora significato, in questa logi -
ca di trasgressione sempre più vasta, che si estende a macchia
d’olio?
Le Leggi, oggi, si producono e riproducono, si moltiplicano
e si ammassano; ma mancano, sempre più, della
realtà che le renda vive ed operanti: l’a more.
Si creano sempre più organismi e strutture, nella società
civile, e ora anche in quella cristiana, per poter far
rispettare le leggi; ma si dimentica che la legge, per essere
poi rispettata, deve essere prima amata, accolta, prospettata...
Prima che rispettata.
La legge, ogni tipo di norma, oggi, tende sempre più ad
essere una realtà che ferma, chiude e assi cura il “già dato”;
non è più la legge, che nel suo carattere originario, permetta
di orientarsi ad un senso, ad un significato, ad una
realtà da scoprire sempre nuova, attraverso la ricerca, guidata
appunto dalla legge.
Leggi, oggi, ormai dimenticate, perché manca la realtà
che ad esse dona senso: l’amore. Chi oggi non le rispetta
e non le applica nella vita, non fa altro che, spesso, vivere
con coerenza: se la legge non promuove nulla, perché
dovrei obbedirla?.
Questo non significa esaltare la trasgressione, ma
richiamare a colui che pone la legge, o che la vive, il fatto
che occorre con urgenza recuperare non altre leggi, ma ciò
che sta alla base di tutto, il senso della legge stessa: l’amore.
Se diamo per vero che colui che trasgredisce la legge
non ama, possiamo altrettanto dire che colui che la osserva,
la ama? Non è forse sempre più vero che, anche da
parte di colui che ne è l’osservante, manca sempre più
spesso l’anima della legge, quell’amore che la rende
CREDIBILE, AFFASCINANTE, DESIDERABILE?
Osservare la Legge... è un essere schiavi di essa, nell’abitudine
di una osservanza ormai scontata e poco significativa?
Osservarla, non ci richiama forse a qualcosa di più profondo,
al fatto per cui vale la pena osservarla? Osservarla,
sì... ma recuperando il vero significato del “servo” che osserva
la legge: per amore.
Non è l’esserne anche i più stretti osservanti, ma da
schiavi, ma da quei servi che Gesù definisce “non più
servi, ma amici”, perché ne vivono il senso e il fondamento
nell’amore.
Osservarla, sì, ma non con gli occhi della carne, che
accecano; con quelli della fede, che illuminano.