L’Amore non ci conduce a Dio,
ma ci fa accorgere del fatto
che Dio stesso si conduce a noi
Con l’amore, ci si accorge che tutto ciò che era ritenuto
una nostra primaria iniziativa, viene a scade re, di fronte
alla presa di coscienza che è Dio stesso a condursi a noi
nel rapporto di amore.
Non siamo noi a condurre le cose e noi stessi a Lui, ma,
lo scopriamo con l’amore, è Lui stesso che pone le cose in
noi e attorno a noi, che conduce a noi la Sua stessa presenza,
perché noi ne viviamo e ne possiamo attingere come
alla fonte della nostra vita. L’amore relativizza sempre più
la nostra attività, considerata da noi come la prima e unica,
mentre fa risaltare la nostra attività come una presa di
coscienza, un rendersi conto del dono che ci è dato, un
guardarci in noi e fuori di noi con occhi nuovi, quelli della
fede, per ammirare le stesse cose, rese nuove dallo spirito
di amore che noi accogliamo.
Siamo ancora attivi... Non si cade nella passività; ma
ora, l’attività è soprattutto un’attività INTERIORE, non
esterna a noi stessi, perché parte appunto dalla presa di
coscienza del cuore, del l’anima e della mente: una vita
nuova, quella della fede. Tutto quindi c’è già: Dio, il prossimo,
gli avvenimenti...
L’amore non ne crea altri, ma soprattutto rende le realtà
già esistenti capaci di rivestirsi di una forza nuova.
Una forza che deriva da Dio stesso, che, ponendo il suo
amore nelle realtà, le trasforma e le santifica.
Non si tratta, allora, nemmeno più di cercare Dio. È Lui
stesso che ci va cercando, attraverso le sue iniziative continue
di amore, di fronte alle quali noi siamo ancora e
spesso ciechi; si tratta di aprire gli occhi della fede e
accorgerci, con immensa meraviglia, di questo amore con
il quale Egli ci circonda.
Rendersi conto di questa realtà: l’amore. Non di che
cosa è... Saremmo daccapo, alla domanda iniziale: ma che
cos’è questo amore del Vangelo?
E mai risponderemmo...
Si tratta di distinguere, nella nostra vita, attraverso la
nostra coscienza, ciò che è amore, sperimentato e vissuto
in noi come una realtà condotta e dona ta da Dio stesso.
Potrà avvenire anche che, di fronte alla presa di
coscienza, ci si accorga che Dio ancora non esiste, nella
vita.
Sarebbe allora il punto di partenza, questo, per riscoprire
ancora meglio la realtà dell’amore, presente in noi e
attorno a noi.
Proprio il fatto di scoprire, facendo cadere ogni illu -
sione di Lui, che Dio non esiste nella mia vita, è la condizione
prima per togliere da noi le cataratte degli occhi di
carne, per incominciare a vedere, con gli occhi della fede,
l’azione di Dio nella vita: l’amore.